Cresce il gettito grazie alla stretta su partite IVA fittizie e nuove misure anti-frode, ma il dibattito politico resta acceso.

Nel corso del 2024, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha infranto ogni record, recuperando una cifra imponente in tributi evasi. Il focus del governo non sono i soliti super ricchi, ma le partite IVA “apri e chiudi”, piccole attività che nascono e muoiono rapidamente per eludere il fisco. Ma come è stato possibile recuperare la cifra straordinaria di 33,4 miliardi di euro?
Nel 2024, l’Agenzia delle Entrate ha ripreso il controllo sulle somme evase, recuperando 26,3 miliardi di euro grazie a controlli scrupolosi, inviti formali a regolarizzare pagamenti in sospeso e attraverso il saldo di cartelle esattoriali. A questo ammontare si aggiungono ulteriori 7,1 miliardi raccolti per conto di altri enti, come Inps, Inail e vari comuni italiani. Rispetto al 2023, queste operazioni hanno portato nelle casse dello Stato due miliardi in più, una prestazione che non ha mancato di ricevere il plauso del governo. Vincenzo Carbone, il nuovo direttore dell’Agenzia, insieme al viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ha elogiato pubblicamente questi risultati.
Meloni e il risultato record
Con uno slancio di soddisfazione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto condividere questo successo attraverso un video sui social media: “Abbiamo recuperato una somma record di 33,4 miliardi, ben 8,3 in più rispetto al 2022. Le critiche che ci vogliono alleati degli evasori non hanno fondamento, anzi, la nostra strategia è chiara: tolleranza zero per chi finge, ma supporto per quelli in difficoltà”. Meloni ha rivelato che solo nel 2024 sono state chiuse d’ufficio migliaia di partite IVA “apri e chiudi”, spesso gestite da extracomunitari, segnalando una mossa incisiva contro le frodi fiscali.
Incremento riscossioni e tracciabilità
L’aumento delle entrate fiscali non si limita al recupero delle somme eluse. Nel 2024, il gettito complessivo derivante dai principali tributi gestiti dall’Agenzia ha raggiunto la cifra impressionante di 587 miliardi di euro, segnando un incremento di 43 miliardi rispetto all’anno precedente. Questo aumento del 7,9% ha surclassato di gran lunga la crescita del PIL, che si è fermata allo 0,7%. Uno dei fattori chiave di questo successo è l’aumentata tracciabilità delle transazioni finanziarie, promossa tramite metodi come lo split payment e il reverse charge. Il recupero di 26,3 miliardi dal gettito evaso è stato possibile grazie a una macchina fiscale ben oliata. I cittadini, sollecitati a rispondere entro 60 giorni alle notifiche, hanno versato spontaneamente 12,6 miliardi di euro. A ciò si aggiungono 5,7 miliardi derivanti da cartelle esattoriali e 4,5 miliardi da azioni di promozione della compliance, grazie a 3,2 milioni di avvisi inviati per adeguare le dichiarazioni fiscali. Infine, le “rottamazioni” delle cartelle hanno contribuito con 3,5 miliardi.

Pressing politico e reazioni
La Lega continua a fare pressione per una nuova sanatoria fiscale. Il suo leader, Matteo Salvini, ha indetto una riunione del partito per spingere il governo verso una quinta “rottamazione”, programmando gazebo in piazza l’8 e il 9 marzo per sostenere la causa. Tuttavia, Forza Italia manifesta prudenza, sottolineando la priorità di ridurre l’Irpef per il ceto medio. Questo dibattito interno viene alimentato anche dalle critiche dell’opposizione. I 5 Stelle accusano Meloni di parlare “a vuoto”, affermando che i dati presentati sono inquinati da definizioni agevolate e che l’auspicato taglio dell’Irpef si è trasformato in una delusione. Nel frattempo, il caro-bollette non passa inosservato e Meloni ha già riunito un comitato per affrontare la questione. L’intenzione è sganciare il prezzo del gas dalle fluttuazioni speculative e garantire forniture a costi contenuti per le imprese. Tuttavia, espandere il bonus sociale richiederebbe un investimento di 1,5 miliardi di euro, una somma difficile da reperire.