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Criptovalute e fisco: guida alla dichiarazione 2025 in Italia

Criptovalute e fisco: guida alla dichiarazione 2025 in Italia
Photo by RoyBuri – Pixabay
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Dalla compilazione del Quadro W al calcolo dell’IVACA: ecco cosa fare per evitare sanzioni e dichiarare correttamente le crypto.

Criptovalute e fisco: guida alla dichiarazione 2025 in Italia
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Quando l’inverno lascia spazio alla primavera, iniziano anche le incombenze fiscali che ogni possessore di criptovalute deve affrontare. Non solo sbocciano i fiori e cambia il clima, ma anche il calendario delle dichiarazioni fiscali segna le sue tappe cruciali. Per molti, navigare tra le normative e gli obblighi non è semplice. Questo articolo è studiato per aiutarti a comprendere i passi essenziali da compiere per gestire efficacemente le tue criptovalute e dormire sonni tranquilli.

Come dichiarare le criptovalute: cosa sapere

Ogni detentore di criptovalute deve rispettare l’obbligo di dichiarazione, indipendentemente dalla quantità posseduta. Che si tratti di pochi euro in Dogecoin o di un portafoglio pieno di bitcoin, la legge italiana impone di dichiarare questi beni digitali. La procedura inizia con la compilazione del Quadro W nella dichiarazione dei redditi. Anche se storicamente si utilizzava il Quadro RW fino all’anno fiscale 2023, le cose sono ora cambiate. L’intervento di un commercialista esperto può rivelarsi prezioso per evitare errori e fornire i dati esatti relativi al valore delle crypto al 1 gennaio e 31 dicembre 2024.

Per molti trader, tener traccia del valore d’ingresso e d’uscita delle criptovalute può essere complicato, ma software come Tatax semplificano notevolmente questa operazione. Assicurati di rispettare la scadenza del 31 ottobre 2025 per presentare la tua dichiarazione.

IVACA: Calcolo e pagamento

Da poco introdotta, l’IVACA rappresenta una nuova realtà fiscale con la quale fare i conti. Simile a un’imposta di bollo, l’IVACA è calcolata al 2 per mille (0,2%) del totale dichiarato per l’anno precedente. Questo significa che sarà indispensabile calcolare una media ponderata basata sui giorni di possesso delle criptovalute. Anche qui, strumenti come Tatax possono aiutarti rendendo il processo meno impegnativo.

Occorre prestare particolare attenzione nel caso in cui le criptovalute siano depositate su piattaforme come Binance, dove l’exchange stesso si occupa del pagamento. Tuttavia, se l’imposta risulta essere meno di 12€, non sarà necessario effettuare versamenti. Per importi superiori, ricorda che le modalità di pagamento sono diversificate e le scadenze da rispettare possono variare.

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Quando pagare le tasse sulle criptovalute?

Non tutti i movimenti finanziari legati alle criptovalute sono soggetti a tassazione. È importante capire quali azioni generano obblighi fiscali. La semplice detenzione di cripto senza operazioni gravanti non comporta alcun costo aggiuntivo oltre all’IVACA. Le conversioni da crypto a moneta fiat, se corredate da plusvalenze, richiedono invece l’attenzione del fisco.

Esempi pratici aiutano a chiarire il concetto: se vendi criptovalute per un valore inferiore al loro costo iniziale, non saranno tassate. Al contrario, le operazioni economicamente favorevoli (dove vendi a un prezzo maggiore rispetto all’acquisto) obbligano al pagamento di una tassa del 26% sulla plusvalenza prodotta.

Anche le conversioni da criptovalute a stablecoin o operazioni riguardanti NFT possono avere implicazioni fiscali, per cui è raccomandata una consulenza specifica con un esperto. Operazioni tra criptovalute dello stesso tipo, tuttavia, non comportano oneri fiscali.