Comprendi le cause che possono portare alla revoca del diritto, incluso l’uso inappropriato dell’immobile o l’affitto a terzi.
Il diritto di abitazione è un concetto spesso frainteso e confuso con l’affitto, ma le loro distinzioni sono fondamentali. In primo luogo, il diritto di abitazione è intrinsecamente gratuito, mentre l’affitto comporta obblighi di pagamento per l’occupante dello spazio. Questo particolare tipo di diritto permette a chi lo detiene di vivere in un immobile non di sua proprietà senza alcun onere finanziario, finché persiste la necessità che ha giustificato il diritto stesso.
Esempi pratici di diritto di abitazione
Per chiarire meglio, immaginiamo un anziano che acquisisce il diritto di risiedere gratuitamente in una casa non di sua proprietà, o un disabile che beneficia dello stesso privilegio, rimanendo nell’abitazione fino al perdurare della sua condizione di necessità. Un ulteriore nostro caso si verifica nelle situazioni di separazione o divorzio, in cui uno dei coniugi ottiene il diritto di abitare nella residenza comune fino a quando i figli minori raggiungono la maggiore età. Questo diritto può essere temporaneo o perpetuo, ma indipendentemente dalla sua durata, resta revocabile. Tra le situazioni che possono portare alla revoca, vi è l’affitto dell’intera proprietà o di una sua parte da parte del titolare del diritto di abitazione.
Diritto di Abitazione vs Affitto
Una delle ragioni fondamentali per cui non si può affittare una casa soggetta a diritto di abitazione è perché tale dimora è destinata a essere la residenza principale di chi ne gode, escludendo qualsiasi scopo lucrativo. Di conseguenza, esiste un divieto assoluto di:
- Affittare l’immobile a terzi;
- Affittare singole stanze a terzi;
- Utilizzare la proprietà con finalità di lucro (quali b&b, uffici, case vacanze);
- Vendere o affittare il diritto a terzi;
- Cedere il diritto a soggetti esterni.
Qualsiasi violazione di questi divieti comporta l’immediata revoca del diritto. Altri motivi di revoca possono essere la cessazione delle motivazioni alla base del diritto di abitazione o il mancato pagamento delle spese di gestione ordinaria e straordinaria dell’immobile, che comprendono imposte come IMU e Tari, oltre alle utenze.
Ospitalità e Convivenza nel Contesto del Diritto di Abitazione
A fronte di tale normatività, appare chiaro che affittare l’immobile è completamente illegale per chi gode di un diritto di abitazione. Ma come si applica invece la legge in materia di ospitalità e convivenza? È importante notare che il diritto di abitazione si estende naturalmente ai figli del titolare e a chiunque presti servizio alla famiglia, in special modo nel caso di persone anziane o disabili che richiedono assistenza. Tuttavia, è permesso ospitare altre persone, sia temporaneamente che in modo stabile.
La questione si complica nel momento in cui un coniuge separato inizia una convivenza con un nuovo partner: ciò comporterebbe la perdita del diritto di abitazione, permettendo al proprietario di reclamare l’immobile. Trasformare l’abitazione in un ufficio comporta la stessa conclusione, rendendo la revoca inevitabile, al pari di qualsiasi tentativo di affitto, temporaneo o permanente.