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Quanto guadagna un notaio in Italia? Le verità nascoste

Quanto guadagna un notaio in Italia? Le verità nascoste
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Scopri come variano i guadagni tra i notai italiani, influenzati da fattori territoriali, di genere e dalla quantità di atti stipulati ogni anno.

Quanto guadagna un notaio in Italia? Le verità nascoste
Photo by Brett_Hondow – Pixabay

Essere un notaio è spesso sinonimo di prestigio e guadagni elevati, ma non tutti conoscono i dettagli dietro i numeri che circolano attorno a questa professione.

Il guadagno medio di un notaio può sembrare una cifra impressionante, tuttavia, dietro questa semplice statistica si nascondono complessi fattori che determinano i compensi reali. Comprendere quanto possa guadagnare un notaio richiede di considerare aspetti territoriali, professionali e persino di genere.

Alla scoperta del reddito del notaio

Quanto guadagna effettivamente un notaio in Italia? Sebbene non ci sia un tariffario fisso per gli atti notarili, i dati disponibili offrono alcune indicazioni. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il reddito medio annuale di un notaio si aggira attorno ai 330.000 euro, traducendosi in oltre 27.000 euro al mese. Questo dato, tuttavia, non racconta l’intera storia, poiché in realtà molteplici elementi influenzano i flussi di reddito. Essendo i notai pubblici ufficiali, conferiscono pubblica fede agli atti, un ruolo fondamentale che comunque non garantisce guadagni uniformi per tutti.

Le entrate di un notaio dipendono sostanzialmente dal numero di atti stipulati, in assenza di un tariffario minimo e massimo da seguire. Le dichiarazioni fiscali del 2022 hanno illustrato tali guadagni, ma valgono solo come riferimento generale. Infatti, ciascun notaio può percepire retribuzioni che variano significativamente in base a numerosi aspetti specifici della sua attività.

Il percorso impegnativo verso la professione

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Diventare notaio non è una passeggiata e richiede un percorso ben definito. Innanzitutto, bisogna laurearsi in giurisprudenza. Successivamente, è obbligatorio un praticantato di 18 mesi in uno studio notarile, pratica che si può iniziare già durante l’ultimo anno di università. Infine, è necessario vincere un concorso pubblico indetto dal Ministero della Giustizia. Per esempio, nel 2024 sono stati messi a disposizione 400 posti, aperti a candidature fino al 20 luglio.

Al novembre 2022, la Cassa del Notariato contava 5.143 iscritti attivi, di cui 3.181 uomini e 1.962 donne. La divisione di genere rappresenta già un primo indizio della disparità presente anche in questa professione. Nonostante l’elevato impegno richiesto per divenire un notaio, non tutti raggiungono lo stesso livello di compenso e prestigio, un aspetto spesso poco considerato.

Divari territoriali e di genere: una realtà complessa

Anche se i dati medi suggeriscono guadagni elevati, le discrepanze esistono e non sono trascurabili. Non è solo questione di merito personale; regioni e città, così come le differenze tra notai uomini e donne, mettono in luce un quadro più sfumato. In media, i notai maschi registrano un repertorio annuale di 195.070 euro, a fronte di 125.553 euro per le loro colleghe femmine. Questo disparità si amplifica con le diversità regionali: al Nord, i guadagni superano del 30% quelli registrati nel Sud e nelle isole, con differenze ancora più marcate per le donne.

Queste variazioni non dipendono solo dall’ubicazione geografica ma sono influenzate dalla mole di esperienza e dal tipo di atti stipulati. Come rilevato dal presidente della Cassa Nazionale del Notariato, Vincenzo Pappa Monteforte,

una notaia per tutta la durata della vita lavorativa registra un dato inferiore rispetto al collega uomo sfiorando il meno 40 per cento.

Riflettendo su questi numeri, emerge una professione che, nonostante sia tra le più redditizie, non sfugge ai divari socio-economici che imperano in altre aree del mercato del lavoro italiano. Anche le città più piccole o periferiche e il livello di esperienza maturata giocano un ruolo cruciale nella determinazione delle entrate di ciascun notaio.