L’azienda avverte che le tariffe su minerali critici possono alzare i costi di produzione e minacciare l’export USA.

Elon Musk si è presentato con un nuovo taglio di capelli e, sebbene possa sembrare una notizia di poco conto, la transizione dello stile del visionario fondatore di Tesla ha scatenato una vera e propria ondata di reazioni sui social media. La foto, condivisa dallo stesso Musk su X, lo ritrae assieme al figlio, sfoggiando un look che ricorda vecchi tempi: chioma voluminosa e lati rasati. In poco tempo, l’immagine ha superato i 4 milioni di visualizzazioni.
Il nuovo taglio di capelli di Elon Musk non è passato inosservato, attirando una valanga di commenti, molti dei quali ironici. Diversi utenti hanno trovato somiglianze tra il suo stile e quello di figure storiche come Adolf Hitler e Kim Jong-un, che adottavano rasature simili. Altri hanno richiamato il personaggio di Gary Oldman nel film “Il Quinto Elemento”. Tuttavia, come ha ironicamente fatto notare Musk, questo non è un look del tutto nuovo per lui: “Torniamo a questo taglio”, ha scritto, alludendo a uno stile già sfoggiato in passato.
Preoccupazioni in Tesla: i dazi di Trump
Nel mondo degli affari, le acque sono agitate per Tesla, poiché i dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump incombono sul settore delle auto elettriche americane. La paura è che queste politiche commerciali possano minare ulteriormente la situazione già critica dell’azienda. Sebbene Musk stesso abbia supportato apertamente Trump nella battaglia per il commercio equo, Tesla ha espresso il proprio timore in una lettera indirizzata a Jamieson Greer, rappresentante per il commercio statunitense. Qui, l’azienda ha avvertito che le risposte di altri Paesi possono danneggiare in modo sproporzionato gli esportatori americani.
Impatti sui costi e le esportazioni
Tesla prevede che l’aumento dei dazi potrebbe far lievitare i costi di produzione delle auto negli Stati Uniti, compromettendone la competitività all’estero. In aggiunta, l’azienda invita l’amministrazione a non aumentare ulteriormente i costi per l’importazione di minerali cruciali, come litio e cobalto, che sono già scarsi in America. Nonostante i tentativi di sostenere il mercato statunitense, la strada per Tesla appare in salita, aggravata dalla controversa esposizione presso la Casa Bianca, promossa da Trump senza considerare i conflitti d’interesse.

Difficoltà di Tesla su scala globale
Tesla sta vivendo un calo significativo delle vendite, che non è risolvibile nemmeno con l’introduzione della nuova Model Y. Le perdite in borsa hanno superato il 40% all’inizio dell’anno, e le difficoltà sono evidenti in Europa, dove il boicottaggio cresce in parallelo con l’antipatia verso Musk. Le vendite in Germania, Francia e Svezia hanno registrato una diminuzione rispettivamente del 76%, 45% e 42%. Anche in Cina, un mercato cruciale, le cose non vanno meglio: a febbraio le vendite sono crollate del 49%. Un timido spiraglio di positività proviene da Israele, che ha avanzato una richiesta a Tesla per fornire auto elettriche ai suoi funzionari governativi.