La telefonata tra Trump e Putin sorprende l’Europa e Kiev, aprendo scenari geopolitici inediti e innescando tensioni tra gli alleati.

Nel corso di una telefonata che ha colto di sorpresa molti leader europei, Donald Trump ha avviato un dialogo diretto con Vladimir Putin per cercare una via d’uscita alla guerra in Ucraina. Questa mossa, che ha scavalcato gli alleati europei e il governo di Kiev, apre nuovi scenari geopolitici mentre il continente si prepara a giocare un ruolo determinante nella futura pace.
L’inizio di una nuova era per la difesa Europea
Nelle parole del nuovo Segretario di Stato alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, l’Europa avrà una responsabilità significativa nel garantire la stabilità futura, un compito che si prospetta oneroso. Bloomberg Economics ha fatto i conti: la protezione dell’Ucraina e l’espansione degli eserciti comporteranno fino a 3,1 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni. Con l’impossibilità di un ingresso immediato dell’Ucraina nella NATO, Kiev dovrà potenziare le proprie capacità militari, così come gli stati dell’UE che desiderano mantenere una posizione di deterrenza contro la Russia. Gli Stati Uniti si ritirano da tale ruolo, lasciando all’Europa l’onere della ricostruzione e delle spese militari, calcoli che difficilmente vedranno un contributo da parte di Mosca.
Un impegno senza precedenti: armi e ricostruzione
Un funzionario europeo, riportato da Bloomberg, ha illustrato come la Russia goda attualmente di un vantaggio strategico in termini di risorse umane e produzione bellica. La sua economia è in grado di produrre armamenti oltre il fabbisogno immediato, accumulando riserve. Di contro, i paesi dell’Unione Europea dibattono su come finanziare questi nuovi acquisti di armamenti e se limitarne la provenienza a fornitori europei, che tuttavia potrebbero non essere in grado di consegnare in tempi brevi. Nel lungo termine, insieme ai costi per le armi, l’Europa sarà probabilmente obbligata a sostenere i costi di ricostruzione, visto lo scarso interesse della Russia a parteciparvi.
Infrastruttura strategica e investimenti milionari
Le analisi di Bloomberg evidenziano anche il costo del sostegno globale all’Ucraina attraverso nuove negoziazioni, la ricostruzione di infrastrutture distrutte e l’implementazione di un deterrente militare efficace. Si stima che la ricostruzione dell’esercito ucraino potrebbe richiedere circa 175 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Un contingente di pace di 40.000 militari comporterebbe costi intorno ai 30 miliardi di dollari nello stesso periodo, benché il presidente ucraino Zelensky preveda un maggior numero di truppe necessarie.
La maggior parte degli investimenti, secondo le previsioni, sarà indirizzata al potenziamento delle forze armate degli stati membri dell’UE e all’aumento del bilancio complessivo della difesa al 3,5% del PIL, coerentemente con le discussioni attuali in ambito NATO. Fondi ulteriori saranno richiesti per potenziare le scorte di artiglieria, i sistemi di difesa aerea, e i missili. La necessità di rafforzare i confini orientali, preparare gli eserciti europei per un rapido dispiegamento, e ingrandire il settore della difesa europea sono azioni prioritarie che potrebbero aggiungere 2,7 trilioni di dollari al debito dei principali stati europei della NATO nei prossimi dieci anni.

Ripensare e ristrutturare le priorità finanziarie
Creare una risposta efficace a queste esigenze comporta un ripensamento radicale da parte dei governi europei sulle loro politiche di bilancio e un’organizzazione coerente delle industrie della difesa, insieme ad un accordo sul debito comune. Questo richiederà un livello di impegno politico e lungimiranza che molti membri dell’UE devono ancora dimostrare di possedere, soprattutto nell’Europa occidentale, dove c’è ancora chi considera la guerra come una questione distante.
Le prime critiche non tardano ad arrivare. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si oppone fermamente a una “pace imposta” all’Ucraina, osservando che non sono ancora chiare le condizioni che Kiev sarebbe disposta ad accettare per un accordo. Come riportato al sito Politico, anche il suo ministro della Difesa ha espresso rammarico per le “concessioni” già fatte da Washington a Mosca, ancora prima che i negoziati abbiano inizio.
In sintesi, il futuro della sicurezza europea sembra dipendere non solo dalla diplomazia e dal dialogo ma anche da complesse e impegnative scelte finanziarie che gli stati dovranno affrontare nei prossimi anni. Con l’attenzione del mondo rivolta a questi sviluppi, l’Unione Europea si prepara ad affrontare una delle sue sfide più grandi.