Analisi di come le politiche di investimento e finanziamento influenzano la solidità finanziaria a lungo termine di un’azienda.
L’equilibrio economico
Per un’impresa, raggiungere l’equilibrio economico significa non solo pareggiare i costi con i ricavi, ma anche ottenere un profitto soddisfacente. Questo profitto dovrebbe almeno eguagliare quello che si otterrebbe da un investimento a basso rischio. Le perdite non devono divenire una costante, ma piuttosto una situazione transitoria, sia per le aziende appena avviate che per quelle più consolidate. A volte, è possibile che un bilancio in negativo sia il risultato di investimenti significativi volti ad aumentare la capacità produttiva. In questi casi, le perdite temporanee potrebbero essere più che compensate da profitti maggiori a medio-lungo termine.
Immaginate un’azienda che, al tempo t0, impiega un capitale C per acquistare input necessari a produrre beni o servizi. A tempo t1, genera ricavi pari a C′ dalla vendita di tali prodotti. Affinché si raggiunga l’equilibrio economico, i ricavi C′ dovrebbero superare l’investimento iniziale C. Questo semplice modello diventa più complesso man mano che si aggiungono variabili, ma l’essenza resta la stessa: per prosperare, un’azienda deve far fruttare i suoi investimenti.
L’equilibrio finanziario
Ottenere l’equilibrio finanziario richiede un’attenta gestione delle fonti e degli impieghi evidenziati nello Stato patrimoniale. Gli investimenti vengono rappresentati dall’attivo, mentre le fonti di finanziamento sono nel passivo. La coerenza temporale tra le fonti e gli impieghi è cruciale: è improprio finanziare investimenti a lungo termine con prestiti a breve termine, e viceversa. Inoltre, gli investimenti devono essere redditizi. I rendimenti ottenuti devono almeno eguagliare i costi sostenuti per finanziare tali investimenti.
Lo stato patrimoniale può essere redatto in forma preventiva (chiamato anche pro-forma) e confrontato con quelli consuntivi di esercizi consecutivi per valutare le scelte di investimento e finanziamento. Questa pratica permette alle aziende di misurare le proprie politiche e garantire una gestione finanziaria solida. In definitiva, bilanciando le tempistiche e i costi degli investimenti, un’azienda può mantenere un buon equilibrio finanziario, essenziale per la stabilità a lungo termine.
L’equilibrio monetario
La stabilità monetaria, cioè l’equilibrio tra entrate e uscite, è un altro pilastro fondamentale per il successo aziendale. Le aziende devono essere proattive nel prevenire i deficit di cassa anticipando gli imprevisti e pianificando di conseguenza. Anche un’impresa con una buona salute economica può trovarsi senza liquidità se i clienti non rispettano i termini di pagamento. Studi recenti rivelano che le imprese italiane sono tra le più lente nel saldare le fatture nell’Unione Europea, impiegando in media 96 giorni, rispetto ai soli 29 della Germania. Questa lentezza ha impatti negativi sulla reputazione e sulla liquidità delle aziende italiane.
In risposta, le imprese tendono a offrire dilazioni di pagamento per attrarre vendite, sfruttando una leva di marketing che si concentra più su facilitazioni di pagamento che sulla qualità del prodotto. Sebbene questo approccio possa espandere le quote di mercato rapidamente, sottopone l’impresa a una pressione monetaria significativa. Idealmente, queste dilazioni non dovrebbero superare i sei mesi e dovrebbero concludersi nell’esercizio in corso per evitare stress finanziari.