Mentre nuovi sviluppi emergono, i commercialisti navigano in un mare di incertezze, con un quadro normativo in continua evoluzione.
In un clima di incertezza, il conto alla rovescia per il concordato preventivo biennale continua, con il ravvedimento speciale che rimane un’opportunità ancora però nel limbo operativo.
La scadenza del 31 ottobre si avvicina rapidamente, segnando l’ultimo giorno utile per le adesioni al concordato preventivo biennale. Tuttavia, uno dei principali incentivi per aderire a questo accordo, il cosiddetto ravvedimento speciale, è ancora avvolto nel mistero a causa dell’assenza di un provvedimento ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Senza queste linee guida, coloro che desiderano utilizzare questo potente strumento per sanare le pendenze fiscali dal 2018 al 2022 si trovano in un mare di incertezze.
Mancano le linee guida dell’Agenzia delle Entrate
Un importante tassello mancante per completare il quadro del concordato preventivo biennale è il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, necessario per chiarire termini e modalità dell’utilizzo del ravvedimento speciale. Anche se il direttore Ruffini ha recentemente tranquilizzato sull’importanza marginale della mancanza di tale documento per le adesioni entro il 31 ottobre, il contesto rimane complesso.
Senza indicazioni concrete, le partite IVA interessate a sfruttare il ravvedimento speciale restano nel buio. Di recente, sono stati pubblicati i codici tributo richiesti per il pagamento delle somme associate, suggerendo una possibilità di adempimento anticipato, ma l’ombra di un regolamento non emesso persiste.
Una sanatoria con regole ancora incerte
La situazione è ulteriormente complicata da istruzioni fumose e una mole di variabili che gravano sui contribuenti. Sebbene i pagamenti possano tecnicamente avvenire, la loro efficacia non è garantita se successivi a particolari comunicazioni da parte delle autorità fiscali, come notifiche di accertamenti o recuperi di crediti inesistenti, ostacolando quindi l’accesso alla sanatoria ultra agevolata. L’invito implicito è quello di agire d’anticipo per evitare brutte sorprese e cercare di prevenire quali impatti possano derivare da verifiche del fisco. Questo comportamento proattivo punta a sterilizzare eventuali interventi danneggianti da parte delle autorità.
Un quadro normativo in continua evoluzione
Mentre una telenovela di incertezze fiscali si snoda, si apre un nuovo capitolo in cui rimane da affrontare la formalizzazione del ravvedimento speciale. In attesa di evoluzioni su questo fronte, il beneficio potenziale di correggere le irregolarità legate alle dichiarazioni dei redditi resta cosiddetto virtuale per molte partite IVA. Il prospetto di calcolo diffuso il 14 ottobre appare già obsoleto, sorvolato dagli sviluppi normativi recenti che hanno ampliato la platea dei contribuenti idonei a sfruttarlo.
Con estensioni previste per i soggetti esonerati durante la pandemia di Covid e per coloro esclusi dagli Indici di Affidabilità Fiscale, i commercialisti e intermediari navigano in un mare di incertezze. La prossima puntata di questa saga fiscale riserva probabilmente ulteriori colpi di scena, ma ciò che conta ora è fare luce sulle regole che governeranno ufficialmente il ravvedimento speciale.