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Dipendenti Pubblici: stipendio bloccato con cartella del fisco sopra 5000 euro

Dipendenti Pubblici: stipendio bloccato con cartella del fisco sopra 5000 euro
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Allo studio una serie di misure automatiche che colpiranno i dipendenti pubblici con un debito con il fisco; impatto stimato di 90 milioni all’anno.

Dipendenti Pubblici: stipendio bloccato con cartella del fisco sopra 5000 euro
Photo by OleksandrPidvalnyi – Pixabay

Nel contesto della crescente lotta all’evasione fiscale, il DDL Bilancio 2025 prevede misure drastiche per chi lavora nella pubblica amministrazione e possiede debiti fiscali superiori a 5.000 euro.

In base al disegno di legge, coloro che si trovano in questa situazione vedranno una parte del loro stipendio o della loro pensione sospesa fino al saldo totale delle somme dovute.

Soglia di 5.000 Euro: Duro Colpo per i Dipendenti Pubblici

In seguito alla trasmissione alla Camera del disegno di legge di Bilancio 2025, emerge una dura misura diretta contro i dipendenti pubblici con pendenze fiscali. Questa nuova disposizione colpisce i lavoratori della pubblica amministrazione che hanno accumulato multe, cartelle esattoriali o altri debiti verso lo Stato per un totale superiore a 5.000 euro.

Secondo quanto stabilito dalla legge, la sospensione interesserà automaticamente una parte del reddito da lavoro o pensione fino a quando i debiti non saranno interamente saldati. Sebbene giunta inaspettata, la misura trova riscontro nel fatto che si stima siano circa 250.000 i dipendenti pubblici coinvolti. Tuttavia, tali misure riguardano esclusivamente chi riceve un compenso mensile superiore a 2.500 euro.

Dettagli della Nuova Disciplina Operativa dal 2026

La modifica introdotta nel testo di legge coinvolge l’articolo 48-bis del DPR n. 602/1973, applicando una sospensione non solo ai pagamenti fatti alle imprese con debiti fiscali, ma anche ai salari dei dipendenti pubblici. Questo aggiornamento, definito al nuovo comma 1-bis, entrerà in vigore rispettando i limiti legalmente previsti di pignorabilità.

Solo i dipendenti pubblici che ricevono un compenso superiore a 2.500 euro subiranno queste deduzioni, incluse le somme relative a licenziamento. Questo cambiamento esclude temporaneamente chi guadagna meno di tale soglia. Le pubbliche amministrazioni saranno tenute a verificare, per importi superiori, eventuali inadempimenti dei beneficiari con debiti notificati tramite cartelle esattoriali pari o superiori ai 5.000 euro.

Le nuove misure diventeranno esecutive a partire dal 1° gennaio 2026. Questo intervallo di tempo consentirà agli enti e alle piattaforme di verifica di aggiornare tecnicamente i loro sistemi.

Impatto Economico e Iter Legislativo

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Photo by stevepb – Pixabay

La relazione tecnica al DDL Bilancio prevede un impatto positivo significativo su gettito fiscale, stimato a 36 milioni di euro per il 2026 e a regime di circa 90 milioni di euro annualmente. Questo serve a dimostrare l’efficacia della norma nel contenere l’evasione fiscale all’interno del settore pubblico.

Le misure proposte, tuttavia, rimangono soggette a conferme dettagliate, disponibili solo alla conclusione del percorso legislativo, aspettando infine anche la pubblicazione ufficiale sulla Gazzetta Ufficiale.

Con una serie di accorgimenti pragmatici e tecnici, si prospetta una stagione di riforme fiscalmente più rigide per i dipendenti pubblici, sottolineando l’importanza che il DDL Bilancio 2025 attribuisce alla responsabilità e alla correttezza nelle proprie obbligazioni tributarie.