Negli ultimi anni le regole che riguardano i fringe benefit sono cambiate più volte e anche la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto delle novità: una panoramica su come funzionano i bonus destinati ai dipendenti.

Oltre allo stipendio mensile, i datori di lavoro possono riconoscere ai lavoratori e alle lavoratrici dei fringe benefit, dei bonus aggiuntivi.
La caratteristica che rende particolarmente vantaggiosa questa forma di retribuzione aggiuntiva è l’esenzione prevista dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi che si applica, però, solo entro certi limiti che vanno da 1.000 a 5.000 euro.
Ed è proprio su questo aspetto e sul paniere dei fringe benefit, dalle bollette all’affitto, che la normativa, negli ultimi anni, è intervenuta più volte, come confermano anche le novità approvate dall’ultima Legge di Bilancio per il triennio dal 2025 al 2027.
Fringe benefit 2025: cosa sono e come funzionano i bonus in busta paga
Il concetto di fringe benefit è ampio: in sintesi si tratta di solito di compensi in natura. Solo per fare qualche esempio, la concessione dell’auto o del cellulare in uso promiscuo ma anche la concessione di prestiti a condizioni vantaggiose rientrano tra i bonus che si possono riconoscere ai dipendenti.
Rappresentano forme diverse di retribuzione aggiuntiva riconosciute alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti che consistono in beni e servizi, a cui si aggiunge, in alcuni casi, anche l’erogazione di somme in denaro.
A differenza di altri bonus previsti dal sistema di tassazione e agevolazioni, è il datore di lavoro che sceglie di erogarli e possono essere riconosciuti ad personam senza particolari accordi.
A renderli particolarmente vantaggiosi è l’esenzione fiscale e contributiva che si applica, però, solo entro certi limiti che negli ultimi anni sono stati rivisti più volte.
E la ragione degli interventi si evince dalla lettura della normativa di riferimento, contenuta nell’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che indica un valore molto basso:
“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000”
A regime, quindi, i bonus dipendenti non vengono tassati fino all’importo di 258,23 euro: se il valore dei fringe benefit supera questa soglia le imposte sono dovute sull’intero importo.
Fringe benefit 2025: esenzione per i bonus dipendenti fino a 1.000 o 2.000 euro

Da diversi anni, però, questo limite risulta superato: con le novità messe in campo l’asticella dei bonus che si possono ricevere insieme allo stipendio è stata alzata più volte. E per il triennio 2025-2027 datori di lavoro, lavoratori e lavoratrici devono tenere conto di una doppia soglia per poter applicare l’esenzione:
- 1.000 euro è il valore di riferimento per la generalità dei dipendenti;
- 2.000 euro, invece, è il limite previsto per coloro che hanno figli o figlie fiscalmente a carico anche nati fuori del matrimonio, riconosciuti e i figli adottivi, affiliati, o affidati.
La Manovra, inoltre, ha ridefinito anche il paniere dei fringe benefit a cui è applicabile l’agevolazione: oltre ai beni ceduti e dei servizi prestati a lavoratrici e lavoratori dipendenti, rientrano anche le somme, erogate o rimborsate, per il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua, ma anche per le spese che riguardano la casa, in particolare per l’affitto o per per gli interessi sul mutuo.
Il valore complessivo di questa tipologia di bonus erogati dal datore di lavoro, però, per risultare esente non deve superare la soglia di 1.000 o 2.000 euro nell’arco dell’intero anno.
Rispettare il limite previsto è fondamentale: in caso di superamento, il valore totale di beni, servizi e somme erogate concorre complessivamente alla formazione del reddito.
L’agevolazione si perde non solo per l’eccedenza, ma per l’intero valore dei benefici ricevuti insieme agli stipendi.
Fringe benefit 2025: il nuovo bonus affitto per i neo assunti

Oltre alla revisione dei canonici fringe benefit, la Legge di Bilancio ha previsto anche l’esenzione per un nuovo bonus affitto accessibile in caso di trasferimento.
È possibile, infatti, escludere dal reddito fino a 5.000 euro di contributi o rimborsi erogati dal datore di lavoro ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti assunte a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 per le spese di locazione e di manutenzione della casa presa in affitto nel comune in cui lavorano.
Per beneficiare di questa agevolazione è necessario rispettare due requisiti fondamentali:
- non aver superato il reddito di 35.000 euro nell’anno precedente all’assunzione;
- aver trasferito la residenza nel comune di lavoro, che deve essere situato a più di 100 chilometri di distanza dal comune di precedente residenza.
In presenza delle condizioni previste, questa esenzione esclusivamente fiscale si può applicare per due anni.