Con il 45% dei cittadini che non dichiara reddito, il sistema fiscale attuale incoraggia l’evasione e minaccia la stabilità finanziaria del Paese.
Un recente rapporto ha sollevato importanti domande sulla sostenibilità del sistema fiscale italiano e sul ruolo dell’IRPEF nel mantenimento del welfare. I dati rivelano che una piccola percentuale di contribuenti sostiene gran parte del carico fiscale, sollevando preoccupazioni per la stabilità a lungo termine del sistema di protezione sociale.
A rivelare una panoramica dettagliata su chi mantiene veramente in piedi il benessere del Paese è l’ultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate, presentato da Itinerari Previdenziali alla Camera. Le cifre mostrano un quadro complesso: il 45% dei cittadini italiani non dichiara reddito, mentre una netta minoranza, il 15,2% con entrate superiori ai 35.000 euro, sostiene da sola il 63% del totale dell’IRPEF.
Una Minoranza Sostiene il Maggior Peso Fiscale
Nell’analisi presentata da Itinerari Previdenziali, emerge come il gettito fiscale sia concentrato in mano a pochi. Su una popolazione di 59 milioni di abitanti, solo 6 milioni di contribuenti versano la maggior parte delle imposte, coprendo oltre il 63% del totale. Questa disparità pone importanti quesiti sulla sostenibilità del sistema fiscale e sul ruolo di chi contribuisce al finanziamento della spesa pubblica per pensioni e sanità.
Nel confronto tra l’aumento dei redditi e la crescita della spesa sociale negli ultimi 15 anni, si osserva un divario significativo. I redditi sono aumentati del 21,44%, mentre il bilancio dedicato al welfare ha visto un incremento del 38%. Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, offre una riflessione preoccupante: il peso del sistema fiscale grava su una minoranza, mettendo in difficoltà la stabilità del sistema.
La Disparità Fiscale e i Suoi Effetti
Guardando più da vicino la distribuzione fiscale, il rapporto conferma che il 53,1% dei contribuenti, pur rappresentando la maggioranza in termini numerici, contribuisce solo per il 6,2% all’IRPEF totale. Tale squilibrio evidenzia come una parte consistente della popolazione benefici dei servizi pubblici senza contribuire in maniera proporzionale al loro costo. Questo modello fiscale, in cui chi paga di più riceve spesso di meno, mentre chi paga di meno gode di maggiori benefici, potrebbe incentivare ulteriormente l’evasione fiscale.
La redistribuzione fiscale attuale rischia di creare un paradosso inefficiente, incoraggiando il lavoro irregolare e la non dichiarazione del reddito. Il sistema di detrazioni e deduzioni che avvantaggia i redditi più bassi, insieme all’impostazione dell’ISEE, viene visto come un’incentivazione a dichiarare il meno possibile.
Proposte per un Futuro Sostenibile
Per far fronte alle problematiche emergenti, il rapporto suggerisce una revisione dei meccanismi di bonus e una riformulazione dell’ISEE. L’obiettivo? Ridurre i margini che incentivano la dichiarazione di redditi inferiori alla realtà e, quindi, l’esenzione o riduzione delle tasse. Sono necessarie iniziative concrete per equilibrare il peso fiscale tra i contribuenti e per garantire che il sistema previdenziale possa continuare a sostenere la popolazione italiana.
In sintesi, le riflessioni provenienti da Itinerari Previdenziali evidenziano la necessità urgente di rivedere la struttura fiscale italiana. Senza interventi significativi, il rischio è di aggravare il divario tra chi sostiene il sistema di welfare e chi ne beneficia, compromettendo la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.