Il sistema pensionistico italiano affronta criticità con l’INPS che segnala pensionamenti troppo precoci rispetto agli standard europei.
Nel 2025, il panorama pensionistico italiano è destinato a rimanere pressoché invariato, con regole che sembrano solide ma che nascondono una realtà complessa. Non è stato facile preservare misure come l’Ape sociale, la quota 103 e l’opzione donna. Questo equilibrio precario riflette la pressione del governo, gravato da urgenze e risorse limitate, di presentare una legge di bilancio priva di nuove iniziative significative. Il report dell’INPS ha lasciato tutti di sasso, poiché suggerisce che in Italia si va in pensione troppo precocemente e con livelli di sicurezza economica superiori rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea.
Prevedendo una seconda tornata di negoziazioni con i sindacati nel 2025, appare evidente che i discorsi potrebbero spostarsi verso un’armonizzazione con gli standard europei in tema di previdenza.
Cambiamenti All’Orizzonte: Più Lontano il Traguardo della Pensione
Il recente report INPS ha complicato la possibilità di alleggerire i requisiti pensionistici. L’attuale età media di pensionamento in Italia è di 64,2 anni, ben al di sotto della media europea di 67 anni, prevista per le pensioni di vecchiaia. Le misure introdotte nell’ultimo decennio, come la vecchia quota 100 e l’Ape sociale, hanno indubbiamente abbassato questa media.
Tuttavia, sono ora pochi coloro che approfittano della quota 103. Gli esperti mettono in guardia: il numero di lavoratori attivi non è sufficiente a garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema, e l’innalzamento dell’aspettativa di vita non fa che complicare ulteriormente la situazione. Contrariamente a quanto desiderato da molti, l’età di pensionamento anticipato verrà probabilmente aumentata.
Strategie di Adeguamento: Rafforzare i Requisiti Pensionistici
Per far fronte alle difficoltà finanziarie del sistema pensionistico, è imperativo aumentare l’età media di pensionamento. Anche se può sembrare controintuitivo, aggravare i requisiti potrebbe diventare inevitabile. Entro il 2027, ci si aspetta che l’aspettativa di vita aumenti, costringendo un ritardo di ulteriori mesi prima di poter godere della pensione.
Basandosi su precedenti incrementi previsti dalla legge Fornero, i dati si allineeranno agli incrementi periodici. Si prevede che l’età pensionabile salga a 67,2 anni, con 43 anni di contributi per le pensioni anticipate. Ampliare i requisiti e affinare i coefficienti di trasformazione delle pensioni sono opzioni al vaglio del governo per allineare il sistema italiano a quello europeo.
Incentivi e Penalizzazioni: Un Nuovo Equilibrio nei Calcoli Previdenziali
Per scoraggiare la pensione anticipata, il ricalcolo contributivo sarà ulteriormente esaminato. Offrire una pensione anticipata ridotta nei benefici economici sarà una strategia comune. Oltre al calcolo contributivo, potrebbero essere implementati tagli lineari. Un taglio percentuale annuo per l’anticipo rispetto all’età regolamentare potrebbe essere introdotto, corrispondendo a chi decide di lasciare il lavoro prima.
Tuttavia, in parallelo, sono in valutazione nuovi incentivi: per chi rimanda l’uscita dal lavoro, è previsto un bonus salariale e ulteriori contributi pensionistici. Si pensa di migliorare i coefficienti di calcolo per chi decide di continuare a lavorare oltre l’età di 67 anni. Infine, la crescente pressione sulle finanze pubbliche potrà tradursi in finestre di decorrenza sempre più ampie, anche per le pensioni anticipate, allungando i tempi di attesa tra la maturazione dei requisiti e l’effettivo godimento della pensione.