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Assegno unico: rischi penali per chi lo usa in modo errato

Assegno unico: rischi penali per chi lo usa in modo errato
Photo by AlisaDyson – Pixabay
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Un genitore che spende i fondi per sé invece che per i figli può essere accusato di appropriazione indebita e rischiare fino a 5 anni di carcere.

Assegno unico: rischi penali per chi lo usa in modo errato
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Le famiglie con figli a carico ricevono l’assegno unico universale, un supporto economico fondamentale. Tuttavia, l’utilizzo scorretto di questi fondi può portare a sanzioni penali. Scopriamo le circostanze in cui l’uso dell’assegno diventa illegale.

Le regole fondamentali dell’assegno unico

L’assegno unico universale è un aiuto finanziario rivolto alle famiglie con figli a carico fino all’età di 21 anni, e senza limiti di età per i figli disabili. Introdotto come strumento di sostegno alle famiglie, esso mira a facilitare la crescita e il benessere dei figli tramite risorse economiche fornite dall’INPS sulla base dell’ISEE familiare. L’obiettivo principale dell’assegno è garantire un tenore di vita adeguato per i bambini. È per questo che esso deve rimanere finalizzato alle loro necessità, evitando che venga speso per uso personale dei genitori.

L’errore fatale: quando l’assegno diventa illegale

La legge italiana stabilisce che l’assegno unico debba essere destinato unicamente al benessere dei figli. In caso di separazione o divorzio, le modalità di divisione dell’assegno universale vengono disciplinate dal D.Lgs. n. 230/2022, garantendo che esso sia utilizzato a beneficio dei figli. Tuttavia, quando uno dei genitori usa questi fondi per scopi personali, senza destinarli al mantenimento o al benessere del figlio, si può configurare il reato di appropriazione indebita. Questa violazione del codice si verifica quando il genitore non affidatario trattiene per sé l’assegno, solitamente a discapito del figlio, eludendo così la funzione sociale e normativa del beneficio.

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La decisione della cassazione e le sue implicazioni

Secondo la sentenza n. 24140 del 2023, la Corte di Cassazione ha chiarito la portata penale dell’appropriazione indebita per i genitori che non utilizzano l’assegno per le finalità designate. Nelle famiglie separate, il genitore che si appropria dell’importo destinato ai figli rischia sanzioni severe. La Corte ha precisato che l’assegno, avente natura di integrazione alimentare, non può essere usato per fini diversi rispetto a quelli stabiliti dal sistema legislativo.

Conseguenze giuridiche: cosa rischia il genitore

Sotto il profilo penale, l’appropriazione indebita, disciplinata dall’art. 646 del codice penale, prevede sanzioni significative. Chi si appropria ingiustamente del denaro destinato ai figli, rischia fino a cinque anni di reclusione e una multa che può arrivare a 3.000 euro. È essenziale che i genitori comprendano la responsabilità intrinseca nell’utilizzo di tali fondi, per evitare di incappare in pesanti conseguenze legali.