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Bonus elettrodomestici: nuove regole e addio al click day

Bonus elettrodomestici: nuove regole e addio al click day
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Il nuovo meccanismo premia la rottamazione e raddoppia il contributo per chi ha un ISEE sotto i 25mila euro: 50 milioni a disposizione.

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Una giornata intensa e varia per le modifiche legislative. Scopri gli esiti altalenanti dei due principali emendamenti discussi nell’ambito del decreto Bollette.

Nel cuore dell’attività parlamentare, due proposte di modifica hanno acceso il dibattito nel contesto del decreto Bollette: il tanto discusso bonus elettrodomestici e il rinvio dell’obbligo di assicurazioni per danni catastrofali per le imprese. Entrambi gli emendamenti, presentati da esponenti di Fratelli d’Italia, hanno vissuto una giornata estremamente movimentata tra battute d’arresto e avanzamenti imprevisti.

Bonus elettrodomestici: una boccata d’aria per i produttori

Il bonus elettrodomestici ha ricevuto nuova linfa grazie alla decisione di riconsiderare i criteri di assegnazione. Inizialmente bloccato per motivi di ammissibilità, l’emendamento è stato successivamente riammesso dopo un riesame, aprendo così la strada a una revisione del meccanismo di sussidio introdotto con la legge di Bilancio del 2025. Questa modifica mira a eliminare il quadro del “click day” e a rendere disponibile uno sconto diretto in fattura. Inoltre, viene eliminato il vincolo dell’acquisto esclusivo di apparecchi di classe energetica B, una misura che rischiava di penalizzare pesantemente la produzione domestica.

Il deputato Silvio Giovine, fautore della proposta, si è concentrato sulla necessità di allentare il rigido requisito energetico, nel tentativo di sostenere il comparto produttivo nazionale. Con 50 milioni di euro sul piatto, il bonus coprirebbe il 30% del costo d’acquisto degli elettrodomestici, prevedendo una rottamazione contestuale. In caso di soggetti con Isee inferiore ai 25 mila euro, il beneficio raddoppierebbe.

Assicurazioni anti-calamità: un obbligo imminente

Contrariamente a quanto sperato, la proposta di rinviare l’obbligo di assicurazioni per le imprese contro eventi catastrofali non ha trovato il favore dei lavori parlamentari. L’iniziativa di procrastinare di ulteriori sette mesi, nonostante la forte pressione delle associazioni di categoria, è stata cassata. L’obbligo, già rimandato in passato, impatterà su circa 4 milioni di imprese italiane a partire dal 31 marzo, suscitando timori riguardo ai costi stimati in due miliardi di euro per micro e piccole imprese.

Diverse organizzazioni di settore, tra cui Confindustria e Confartigianato, hanno espresso preoccupazioni per l’opacità delle condizioni assicurative. Tuttavia, il governo sembra voler mantenere la rotta attuale, pur dicendo di essere aperto a ulteriori riflessioni.

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Altre misure contestate

Analizzando il quadro più ampio, dei 323 emendamenti esaminati, ben 84 sono stati etichettati come inammissibili. Tra le proposte accantonate, spicca quella di Marco Osnato (FdI), che intendeva tutelare le auto aziendali dal nuovo regime fiscale sui fringe benefit per il periodo di transizione 2024-2025.

Significativa anche la bocciatura di una mozione bipartisan volta a istituire un fondo per garantire l’erogazione continua dei servizi energetici voce che avrebbe riguardato sia i Comuni che le province. Un’altra iniziativa comune per incentivare la conversione dei container dal gasolio all’energia elettrica è stata ugualmente censurata, segnalando ancora una volta la rigidezza del processo di revisione parlamentare.