I destinatari sono proprietari con immobili privi di rendita o con valore catastale incongruente rispetto ai lavori finanziati dal superbonus.

Ben presto i possessori di immobili che hanno usufruito del superbonus senza inviare la dichiarazione catastale riceveranno delle missive dall’Agenzia delle Entrate. Queste comunicazioni hanno lo scopo di sollecitare la regolarizzazione della loro situazione catastale.
A partire dal provvedimento emanato il 7 febbraio scorso, le comunicazioni in arrivo sotto forma di PEC e raccomandate invitano i destinatari a procedere alla messa in regola o a fornire prove per giustificare la mancata comunicazione della dichiarazione catastale.
Le lettere non verranno inviate indiscriminatamente, almeno in questo stadio iniziale. Saranno destinate principalmente ai titolari di immobili che, attualmente, risultano privi di rendita catastale o con valori catastali modesti in confronto alle spese sostenute per gli interventi edilizi. Questo è stato chiaramente espresso dalla sottosegretaria di Stato per l’Economia e le Finanze, Lucia Albano, durante un’interrogazione tenutasi il 12 febbraio presso la Commissione Finanze della Camera.
Destinatari delle lettere: chi è nel mirino dell’Agenzia delle Entrate?
Ogni qualvolta vengono realizzati lavori su un immobile, è dovere del proprietario verificare se tali interventi abbiano modificato la consistenza, la categoria o la classe dell’immobile stesso. Modifiche di questo tipo si ripercuotono inevitabilmente sulla rendita catastale, rendendo obbligatoria la dichiarazione catastale ai sensi dell’articolo 1 del decreto del 19 aprile 1994, n. 701.
Questa dichiarazione deve essere prodotta tramite l’apposita procedura informatizzata Docfa, che permette l’aggiornamento dei dati negli archivi catastali. Gli interventi coperti dal superbonus, in particolare, hanno subito un’intensificazione dei controlli previsti dalla Legge di Bilancio 2024. Questo si verifica quando le opere approfittano della maxi detrazione del decreto Rilancio senza un’adeguata dichiarazione catastale.
L’Agenzia delle Entrate, rispettando i commi della legge dello scorso 30 dicembre, ha approntato un provvedimento il 7 febbraio per disciplinare le modalità operative di invio delle comunicazioni ai contribuenti.
Criteri di selezione: chi riceverà le comunicazioni?
Emerge una domanda importante: quali sono i criteri adottati per trasmettere queste comunicazioni? La delucidazione è giunta ancora dalla sottosegretaria di Stato Lucia Albano. Ella ha chiarito che l’Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di rendere efficiente il processo e minimizzare l’impatto sui cittadini, ha deciso di concentrare le comunicazioni sugli intestatari di beni immobili coinvolti nell’articolo 119 del decreto-legge del 19 maggio 2020, n. 34. Dunque, i primi a ricevere le lettere saranno i proprietari di immobili che, nonostante abbiano beneficiato di interventi superbonus, risultano ancora privi di rendita catastale o hanno valori catastali inferiori rispetto alle spese sostenute.
Queste situazioni portano ragionevolmente a ipotizzare che i lavori di ristrutturazione abbiano influenzato la classificazione catastale del bene, poiché l’esecuzione di opere rilevanti potrebbe facilmente modificare la categoria o la classe di appartenenza dell’immobile.

Come rispondere: le possibilità per i contribuenti
Chi sono, quindi, i probabili destinatari di queste comunicazioni? Coloro che hanno sperimentato l’aumento della rendita catastale del loro immobile di oltre il 15%, oppure hanno effettuato interventi di demolizione e ricostruzione con un conseguente aumento della superficie, devono regolarizzare la propria situazione.
Per farlo, è necessario inoltrare la dichiarazione catastale e provvedere al pagamento delle imposte con il vantaggio del ravvedimento operoso, che permette di sanare le irregolarità con sanzioni ridotte. Inoltre, è previsto il pagamento degli interessi calcolati in base ai giorni di ritardo. Tuttavia, i contribuenti non solo potranno sanare la loro posizione, ma avvalersi anche della possibilità di dimostrare, attraverso documentazione adeguata, che non vige l’obbligo di aggiornamento dei dati catastali.
In tal senso, è lecito per il contribuente “dimostrare” che la dichiarazione catastale non è necessaria, fornendo tutte le prove necessarie a sostegno della propria posizione.