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Pensioni nel 2025: guida alle opzioni con 30 anni di contributi

Pensioni nel 2025: guida alle opzioni con 30 anni di contributi
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Analizziamo le diverse modalità di pensionamento anticipato per chi ha 30 anni di contribuzione, considerando criteri specifici e nuove opportunità.

Pensioni nel 2025: guida alle opzioni con 30 anni di contributi
Photo by Skullman – Pixabay

Andare in pensione con 30 anni di contributi è possibile, ma quali sono le opzioni per chi vuole ritirarsi dal lavoro con questa esperienza contributiva? Le regole specifiche e le misure disponibili per il pensionamento anticipato giocano un ruolo fondamentale.

Chi sogna di mettere da parte la routine lavorativa, precisa che 30 anni di contributi possono sembrare un bel traguardo. Tuttavia, non bastano per usufruire delle pensioni anticipate senza età minima. Esistono comunque soluzioni per chi è intenzionato a sfruttare al meglio il proprio percorso contributivo in vista della pensione. Esploriamo le possibilità.

Ecco perché 30 anni di contributi possono non essere sufficienti

Numerose opzioni di pensionamento anticipato in vigore nel 2025 richiedono una carriera contributiva più longeva di 30 anni. Ad esempio, le pensioni anticipate ordinarie, che non sono vincolate all’età, richiedono ben 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne. Le misure come Quota 41 per lavoratori precoci inoltre, appaiono inaccessibili poiché necessitano di almeno 41 anni di contributi, incluso uno prima dei 19 anni.

Non va meglio con la Quota 103 e l’Opzione Donna, entrambe confermate nella manovra del 2025, che impongono soglie di carriera ancora più estese. Quota 103 richiede 41 anni di versamenti, mentre Opzione Donna è accessibile solo con 35 anni di contributi. In sostanza, una carriera di 30 anni rischia di rivelarsi insufficiente per tali percorsi pensionistici.

Opportunità con l’Ape Sociale per chi ha 30 anni di contributi

Pensioni nel 2025: guida alle opzioni con 30 anni di contributi
Photo by Arantxa Treva – Pexels

Nonostante la rigidità delle misure sopra citate, uno spiraglio interessante è rappresentato dall’Ape Sociale. Questa opzione, rafforzata dalla recente legge di Bilancio, offre l’opportunità di pensionamento anticipato a chi ha accumulato 30 anni di contributi, purché risponda a determinati requisiti. Nel 2025, l’Ape Sociale accoglierà lavoratori disoccupati, invalidi o caregiver con 30 anni di contribuzione.

Tuttavia, per chi svolge lavori gravosi, è necessaria una carriera contributiva di 36 anni. Un disoccupato deve aver utilizzato completamente la Naspi disponibili, e gli invalidi devono possedere almeno una percentuale di disabilità del 74%. Inoltre, i caregiver devono convivere con la persona assistita per almeno sei mesi. Per accedere a questa misura, bisogna avere almeno 63 anni e 5 mesi di età.

Pensione anticipata per lavori gravosi o usuranti

Chi ha impegnato la propria carriera in lavori fisicamente e mentalmente impegnativi può beneficiare di condizioni particolari per la pensione anticipata con 30 anni di contributi. Tuttavia, questa opportunità riguarda solo contributi derivanti da lavoro, escludendo quelli figurativi o volontari.

Sebbene l’Ape Sociale richieda 36 anni di contributi per i lavori gravosi, diversi lavoratori impiegati in occupazioni usuranti possono considerare il pensionamento a partire dai 66 anni e 7 mesi. Si deve notare che l’incremento automatico a 67 anni dell’età pensionabile non si applica a queste categorie. Così, i requisiti precedenti al 31 dicembre 2018 continuano a essere validi, concedendo un’opportunità anticipata rispetto al regime generale.

Contributivi puri: una strada concreta con la pensione anticipata contributiva

Un’alternativa solida per ritirarsi con 30 anni di contributi è fornita dalla pensione anticipata contributiva. Questo meccanismo permette di andare in pensione a partire dai 64 anni, con un minimo di 20 anni di versamenti. La condizione centrale è che tutti i contributi siano stati accumulati a partire dal 1° gennaio 1996.

Nel 2025 sarà il primo anno in cui i lavoratori, entrati nel mercato il 1° gennaio 1996, raggiungeranno i 30 anni di continua contribuzione nel sistema contributivo puro. Pertanto, avendo almeno 64 anni, è possibile accedere a questa pensione anziché attendere fino ai 67 anni. Tuttavia, la pensione risultante deve essere almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale, con soglie leggermente inferiori per le donne con figli.