Le città sotto i 120mila abitanti mostrano come le dimensioni ridotte possano favorire un’elevata qualità della vita, superando note metropoli italiane.
Bergamo brilla nel panorama italiano guadagnando il primo posto nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore. Questa prestigiosa conquista segna un notevole balzo in avanti rispetto al difficile periodo pandemico, riflettendo il successo delle città medio-piccole del nord Italia.
La vetta della classifica
La città lombarda di Bergamo è il nuovo fiore all’occhiello della qualità della vita in Italia, secondo l’indagine del 2024 del Sole 24 Ore. Dopo essere rimasta al 52esimo posto nel 2020, durante l’anno buio del Covid, Bergamo ha compiuto una spettacolare scalata, superando rivali ormai consolidate come Trento e Bolzano. Queste ultime confermano la loro reputazione, con Trento che avanza di un gradino salendo al secondo posto e Bolzano che fa un balzo di ben dieci posizioni, raggiungendo il terzo posto. Questo podio è dominato da città che non superano i 120mila abitanti, suggerendo che le dimensioni ridotte possano essere la chiave per un’elevata qualità della vita.
Ritrarre il benessere nelle province è l’obiettivo dell’indagine, che analizza 90 indicatori suddivisi in sei categorie chiave: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Sebbene Bergamo non avesse mai raggiunto la vetta nella classifica generale prima d’ora, veniva già celebrata come regina dell’Indice di Sportività. Nei dodici mesi precedenti ha guadagnato quattro posizioni, un ulteriore segnale di miglioramenti continui e tangibili.
Piccole città fiorenti e metropoli in difficoltà
L’attuale classifica disegna un quadro chiaro: le province di dimensioni medie brillano mentre le grandi città incontrano nuove sfide. Monza e Brianza si posizionano appena sotto il podio con un rispettabile quarto posto, seguite subito da Cremona, Udine, Verona e Vicenza. Bologna è l’unica grande città a rimanere nella top 10, scendendo però al nono posto rispetto all’anno precedente, un riflesso delle crescenti difficoltà incontrate dalle metropoli. A chiudere la top 10, Ascoli Piceno si fa spazio, confermando il successo delle città di medio calibro.
Le metropoli italiane d’altra parte soffrono un generale declino nella qualità della vita. Milano perde quattro posizioni, precipitando al 12esimo posto, mentre città come Firenze e Roma subiscono sconfitte più drammatiche. Firenze scende di 30 posti, fino al 36esimo, dopo essere stata costantemente tra le prime dieci per tre anni, e Roma cade di 24 posizioni, atterrando al 59esimo posto. Torino segue con una discesa di 22 posizioni, piazzandosi immediatamente sopra Roma. Nel fondo della classifica si trovano ancora una volta città del Sud come Crotone, Napoli e Reggio Calabria, che affrontano le sfide più gravi.
Riflessioni sui risultati e sul futuro
Di fronte a questi risultati, le reazioni delle amministrazioni locali sono cariche di riconoscimenti ma anche di consapevolezza per le sfide future. “Questo straordinario risultato è motivo di grande soddisfazione per la nostra comunità”, afferma il sindaco di Bergamo, Elena Carnevali. E continua sottolineando l’importanza di prendere seriamente la responsabilità di garantire il benessere futuro. Franco Ianeselli, primo cittadino di Trento, condivide la fiducia nei numeri che rivelano un territorio proiettato verso un futuro positivo. Arno Kompatscher, governatore della Provincia di Bolzano, esprime invece cautela riguardo alla lettura dei risultati, invitando a considerare con attenzione le peculiarità che spesso sfuggono alle statistiche nazionali.
La classifica offre una fotografia eloquente delle diversità italiane, con piccole città che intraprendono percorsi virtuosi mentre le grandi metropoli lottano con sfide complesse. Queste tendenze sollecitano riflessioni su quali siano gli ingredienti essenziali per una vita di qualità e come le città possano adattarsi per migliorare il benessere dei propri cittadini.