Le domande all’INPS sono aperte fino al 31 dicembre, con riaperture speciali tra marzo e aprile in caso di fondi esauriti.

Il Reddito di Libertà rappresenta un’importante misura di sostegno economico pensata per le donne vittime di violenza. Questa guida esamina in dettaglio le modalità di accesso, compatibilità con altre forme di aiuto e le novità sui fondi disponibili.
Iniziativa di sostegno per le donne vittime di violenza
Le donne che hanno subito violenza possono ora usufruire del Reddito di Libertà, un contributo economico che arriva fino a 500 euro mensili, distribuito per un periodo massimo di 12 mesi. Questo sostegno è stato ideato per favorire l’autonomia personale e abitativa, e per sostenere l’istruzione e la formazione dei figli.
Dal 2025, l’INPS accoglie le domande entro il 31 dicembre di ogni anno, vincolate dalla disponibilità delle risorse. In casi di fondi insufficienti, le richieste non accolte verranno riapparse in un regime transitorio tra il 5 marzo e il 18 aprile 2025. Le nuove richieste saranno invece considerate dal 18 aprile in poi, utilizzando i finanziamenti del 2025. A partire dal 2026, le domande saranno accettate continuativamente durante l’anno solare.
Accesso al reddito di libertà
Le donne che intendono richiedere il Reddito di Libertà devono soddisfare determinati requisiti: possono farlo tutte coloro che, con o senza figli minori, sono assistite da centri antiviolenza riconosciuti o servizi sociali. L’obiettivo è garantire un aiuto pratico per raggiungere l’indipendenza economica e reintegrarsi nella società e nel mondo del lavoro.
Compatibilità con altri sostegni economici
È interessante notare che il Reddito di Libertà non esclude la possibilità di ottenere ulteriori aiuti economici. Le beneficiarie possono infatti continuare a ricevere l’Assegno di Inclusione (ADI), la NASpI e il Reddito di Cittadinanza (RdC). Questa compatibilità amplia le risorse a disposizione delle donne in difficoltà, agevolando il loro percorso verso l’autosufficienza finanziaria.
La Legge di Bilancio 2024 ha apportato notevoli incrementi ai fondi per il Reddito di Libertà, con uno stanziamento di 10 milioni di euro annui previsto per il triennio 2024-2026 e ulteriori 6 milioni annui dal 2027. Contestualmente, per incentivare l’occupazione delle beneficiarie, è stata introdotta un’esenzione contributiva per i datori di lavoro privati che le assumono tra il 2024 e il 2026. Tale agevolazione riguarda contratti a tempo indeterminato per un massimo di 24 mesi, contratti a tempo determinato per 12 mesi, e trasformazioni da tempo determinato a indeterminato fino a 18 mesi.

Procedura per la presentazione della domanda
Il processo per ottenere il Reddito di Libertà inizia con la compilazione del modulo SR208. Questo documento richiede l’inserimento dei dati personali della richiedente, una dichiarazione di accettazione da parte di un centro antiviolenza riconosciuto o servizi sociali, e le coordinate bancarie per l’accredito del contributo.
Una volta compilato, il modulo deve essere consegnato agli uffici comunali per la verifica di documentazione e requisiti. Dopo questo passaggio, la domanda viene inoltrata all’INPS che procederà con un esame approfondito. Se approvata, la richiedente riceverà una conferma scritta e il contributo sarà erogato sul conto corrente indicato. In caso di rigetto, l’INPS informerà la richiedente specificando le motivazioni, consigliando eventuali integrazioni documentali.
Considerando che l’erogazione dipende dalla disponibilità dei fondi, è fortemente consigliato inviare la domanda il prima possibile per non incorrere in un esaurimento delle risorse.
Per ricevere aiuto nella compilazione e presentazione della richiesta, le donne possono fare affidamento sui centri antiviolenza, i CAF convenzionati e i Patronati, che offrono supporto nelle pratiche INPS.
Potete trovare tutti i dettagli nella Circolare INPS n. 54/2025 del 5 marzo, dedicata all’implementazione del Reddito di Libertà.