Il governo è impegnato in una difficile ricerca di risorse per finanziare il taglio delle tasse, puntando su sanatorie e misure alternative.

Una promessa attesa da molti ma ancora avvolta nell’incertezza: il possibile taglio delle tasse per il ceto medio sembra allontanarsi. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, non osa impegnarsi su una data certa, come ha dichiarato durante TeleFisco del Sole 24 Ore.
Maurizio Leo ha scelto di non fare previsioni per il taglio delle tasse promesso, dicendo: “non se la sente di impegnarsi sui tempi”. Sebbene questa misura sia molto attesa, la sua realizzazione concreta entro il 2024 rimane un’incognita. Il viceministro non ha voluto specificare quando esattamente potrebbe aver luogo l’annunciato intervento, sottolineando le difficoltà nel reperire le risorse necessarie.
Caccia ai fondi necessari
Nonostante la determinazione a portare avanti l’obiettivo di riduzione fiscale per chi guadagna fino a 50 mila euro l’anno – e forse fino a 60 mila – il governo si trova in una corsa contro il tempo per trovare i fondi adeguati. “Ci lavoriamo”, ha affermato Leo, sottolineando che i soldi previsti dal concordato preventivo per le Partite IVA non sono sufficienti. Le sanatorie aperte per commercianti e professionisti a dicembre hanno recuperato solamente metà dei 2,5 miliardi di euro necessari. L’impegno resta, ma senza fondi, la strada è impervia.
Mentre il governo cerca soluzioni, la certezza sul taglio delle tasse si ridimensiona con il rinvio dell’obiettivo per mancanza di fondi. Il rientro parziale dai concordati fiscali ha creato un vuoto che l’esecutivo dovrà colmare per mantenere fede ai propri impegni.
Fronte evasione ed entrate fiscali
L’attenzione si sposta ora su altri fronti finanziari per sostenere l’economia. La crescita dell’occupazione e gli incentivi per le assunzioni sono tra le strategia mirate a generare maggiori entrate fiscali. Il recupero dall’evasione fiscale, valutato a 32,7 miliardi nel 2024, rappresenta un altro importante filone. Leo osserva come “bisognerà individuare la parte strutturale che può essere messa al servizio dell’intervento per il ceto medio”.
Ottimismo prudente, quindi, anche verso la possibilità di recuperare attraverso la lotta all’evasione fiscale, e identificare quale parte di queste risorse possa concretamente sostenere il taglio delle tasse. Ma, come ben sa il viceministro, queste fonti mantengono una componente di incertezza.

Prudenti sulla rottamazione e la Global Tax
Le incertezze finanziarie includono la leggendaria montagna di crediti inesigibili, pari a ben 1.275 miliardi di euro, che provengono da tasse e multe non riscosse. Molti di questi crediti, sospesi nel limbo del bilancio statale, riguardano nullatenenti, persone defunte e aziende cessate. In questo scenario, Maurizio Leo richiama alla prudenza, specialmente in relazione alla rottamazione delle cartelle fiscali, che potrebbe offrire sconti sui debiti tributari arretrati senza interessi o sanzioni solo a determinate condizioni.
Sul piano internazionale, un altro tema caldo è quello della tassazione delle multinazionali. Donald Trump ha avvertito di potenziali ritorsioni contro paesi come l’Italia, che applicano una specifica imposta volta a fermare l’elusione fiscale delle grandi aziende. Leo confida che una soluzione condivisa tra Europa e Stati Uniti possa emergere, garantendo che tali misure siano accettabili a livello globale. Attualmente, l’Italia si aspetta un gettito di circa 400 milioni di euro grazie alla Minimum Global Tax, una misura che innalza la tassazione effettiva per le società con fatturati superiori a 750 milioni di euro al 15%.
Nonostante le minacce di ritorsione da parte degli Stati Uniti, l’Italia si attiene alle direttive dell’Unione Europea per attuare questa imposta, anche se negli USA la soglia minima è solo del 10%. La sfida sarà mantenere un equilibrio tra il rispetto delle regole internazionali e la salvaguardia degli interessi economici nazionali.