La quater riapre fino al 30 aprile, ma la quinquies potrebbe offrire fino a 120 rate. Ecco i pro e contro di entrambe le opzioni.
I contribuenti decaduti dalla rottamazione quater si trovano davanti a un bivio: aderire alla riammissione entro il 30 aprile o attendere l’eventuale approvazione della rottamazione quinquies, che potrebbe offrire condizioni più vantaggiose. La scelta non è semplice, soprattutto considerando che, ad oggi, chi opterà per la quater rischia di rimanere escluso dalla quinquies.
Due strade possibili, ma con incognite
Chi ha perso i benefici della rottamazione quater alla data del 31 dicembre 2024 può richiedere la riammissione entro il 30 aprile 2025. L’adesione consentirà di saldare il debito in dieci rate, senza interessi né sanzioni, con il primo pagamento fissato per il 31 luglio 2025.
Parallelamente, in Senato si discute la possibilità di introdurre una rottamazione quinquies, che permetterebbe di dilazionare il pagamento fino a 120 rate in dieci anni, con la facoltà di saltare fino a otto scadenze senza decadere dal beneficio. Una prospettiva decisamente più flessibile, ma al momento ancora incerta.
Chi rischia di rimanere fuori dalla rottamazione quinquies?
Analizzando il disegno di legge n. 1375, emerge che la nuova rateizzazione riguarderebbe i debiti dal 2000 al 2022, inclusi quelli già oggetto di precedenti definizioni agevolate. Tuttavia, i contribuenti riammessi alla rottamazione quater in base al Milleproroghe 2025 non sono al momento inclusi tra i possibili beneficiari della quinquies.
Questo limite potrebbe dipendere da una questione di tempistiche legislative: il DdL sulla quinquies è stato presentato l’11 febbraio, mentre la conversione in legge del Milleproroghe è avvenuta il 21 febbraio. Un eventuale aggiornamento normativo potrebbe quindi includere anche chi aderirà alla riapertura della quater.
Attendere o aderire subito? Il dilemma dei contribuenti
L’incertezza sulle due misure alimenta dubbi tra i contribuenti. Da un lato, la riammissione alla rottamazione quater garantisce subito una soluzione agevolata per chi è decaduto. Dall’altro, la quinquies potrebbe offrire condizioni ancora più vantaggiose, ma senza alcuna certezza sulla sua approvazione e sulla platea degli aventi diritto.
Al momento, le due strade sembrano destinate a procedere in parallelo, ma con il rischio concreto di generare confusione e indecisione. In assenza di ulteriori chiarimenti normativi, la scelta resta complessa e legata all’evoluzione del dibattito parlamentare.