Il piano elimina sanzioni e interessi e offre maggiore flessibilità con decadenza solo dopo 8 rate non pagate.

La proposta di una rateizzazione estesa delle cartelle esattoriali, dal 2000 al 2023, è pronta per l’esame del Senato a partire dal 25 febbraio. Quali sono le novità e gli impatti di questa iniziativa?
L’esame della proposta di rateizzazione lunga dei debiti esattoriali nel contesto della rottamazione quinquies sta per iniziare in Senato. La proposta, avanzata dalla Lega e sostenuta dal Ministro dell’Economia, si inserisce nel dibattito fiscale del 2025, puntando a fornire una soluzione per l’enorme magazzino di debiti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Rottamazione Quinquies: soluzione per un’“Emergenza Nazionale”
La questione delle cartelle esattoriali è considerata dalla Lega un’emergenza di portata nazionale. Con la rottamazione quinquies, si mira a cancellare sanzioni e interessi, consentendo ai debitori di pagare il capitale in rate dilazionate. Questo strumento, concepito per alleggerire il peso di oltre 1.200 miliardi di euro di debiti, è uno dei punti chiave delle proposte fiscali per il 2025, insieme al taglio dell’IRPEF in favore del ceto medio.
Sin dal suo debutto nel 2017 con il decreto legge n. 193/2016, la definizione agevolata ha visto varie iterazioni, e la rottamazione quinquies rappresenta un tentativo di miglioramento della formula attraverso modalità più favorevoli per i contribuenti.
Caratteristiche uniche della proposta di legge
La rottamazione quinquies rivisita le modalità di pagamento: il contribuente potrà estinguere il debito in un arco massimo di 120 rate mensili, pari a 10 anni. Questa dilazione permette pagamenti più gestibili rispetto a una singola soluzione, abbattendo il rischio di insolvenze future dovute a maxi-rate difficili da rispettare.
Un ulteriore beneficio consiste nell’abolizione di sanzioni, interessi e aggio di riscossione, venendo richiesto solamente il pagamento di spese per le procedure esecutive e di notifica. Questa riduzione del carico finanziario rende la proposta molto appetibile per i debitori, aprendo nuove possibilità anche per enti previdenziali e locali di aderire.

Tempistiche e condizioni per la nuova rottamazione
Le date sono già state fissate: entro il 30 aprile, le domande di adesione devono essere presentate. Ciò comporta la sospensione immediata di prescrizioni, decadenze, obblighi di pagamento e di eventuali azioni esecutive in corso, fino alla scadenza della prima rata a luglio. L’evasione dalla rottamazione avverrebbe solo in caso di omesso pagamento di 8 rate, introducendo una significativa flessibilità nel meccanismo.
A differenza delle precedenti definizioni agevolate, la rottamazione quinquies si presenta come uno strumento di lungo respiro, estendendo il termine di decadenza a otto rate non pagate. Questa disposizione fornisce un margine di sicurezza maggiore, prevenendo l’esclusione automatica per pochi giorni di ritardo.
Un passato di successi e criticità
Dal 2017, le rottamazioni sono state iterazioni di uno strumento nato sotto l’esecutivo Renzi, mantenendo sostanzialmente lo stesso schema: facilitare il pagamento del debito senza gravare sul contribuente con costi aggiuntivi. Tuttavia, non sono mancate critiche: la ripetuta reiterazione potrebbe incoraggiare il mancato pagamento delle imposte, visibile nell’enorme cifra di crediti ancora giacenti.
Sebbene la rottamazione non sia una vera e propria amnistia, in quanto il capitale resta invariato, il rischio è di frustrare le buone pratiche fiscali. La sfida principale resta quella di gestire saggiamente i miliardi di debiti accumulati, valutando l’efficacia della rottamazione nell’equilibrio complessivo del sistema tributario.