L’Unione Europea mantiene il bando per benzina e diesel, ma introduce una transizione più graduale per supportare industria e consumatori.

L’Unione Europea ha ribadito il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035, ma con un percorso di transizione più flessibile rispetto alle previsioni iniziali. La decisione tiene conto delle attuali difficoltà economiche e geopolitiche, nonché della lenta diffusione delle vetture elettriche nel continente.
Stop alle auto termiche: cosa cambia davvero?
L’UE ha confermato il suo piano per la progressiva eliminazione dei motori a combustione, spingendo verso soluzioni di mobilità più sostenibili come veicoli elettrici, a idrogeno e con carburanti sintetici. Tuttavia, la misura non comporterà un divieto immediato alla circolazione dei veicoli già in uso: le auto a benzina e diesel acquistate fino al 2034 potranno continuare a circolare almeno fino al 2050.
Inoltre, il piano di transizione è stato rivisto, concedendo ai produttori tre anni in più per adeguarsi alle nuove normative. Inizialmente previsto per il 2025, il termine per il passaggio alle auto green è stato posticipato, permettendo ai brand di smaltire le scorte senza incorrere in sanzioni.
Gli obiettivi dell’UE: riduzione delle emissioni e sostegno all’industria
L’Unione Europea punta a ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2040, con l’obiettivo finale di raggiungere la neutralità climatica. La decisione di mantenere il divieto al 2035, seppur con una maggiore flessibilità, è un segnale chiaro della volontà di non fare passi indietro sulla transizione ecologica.
Parallelamente, l’UE ha approvato il pacchetto Battery Boost, un piano di finanziamenti da 1,8 miliardi di euro destinato alla produzione di batterie e componenti strategiche per sostenere il settore automotive. L’obiettivo è rendere l’Europa più autonoma nella produzione di tecnologie verdi e rafforzare la competitività dell’industria.

Un piano destinato a restare o ci saranno nuovi cambiamenti
Nonostante il calendario sia stato reso più flessibile, resta da vedere se le nuove scadenze verranno rispettate o se, in futuro, saranno introdotti ulteriori aggiustamenti. Al momento, la strategia delineata dall’UE dovrebbe rimanere invariata almeno fino al 2027, ma l’evoluzione del mercato e delle tecnologie potrebbe portare a ulteriori revisioni.
Il futuro dell’automotive europeo è ormai tracciato: la sfida sarà riuscire a bilanciare l’innovazione tecnologica con le esigenze economiche e sociali dei Paesi membri.