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Superbonus 2025: cosa cambia per l’edilizia italiana?

Superbonus 2025: cosa cambia per l’edilizia italiana?
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Esplora le implicazioni della chiusura del Superbonus e le nuove opportunità fiscali per proprietari e costruttori.

Superbonus 2025: cosa cambia per l’edilizia italiana?
Photo by anncapictures – Pixabay

Con un potenziale destinato a mutare il settore edilizio italiano, il Superbonus ha rappresentato una vera rivoluzione nel panorama delle agevolazioni fiscali. Tuttavia, la sua straordinaria corsa è destinata a fermarsi presto. Dal 2025, infatti, il Superbonus, che ha significativamente contribuito alla riqualificazione del patrimonio immobiliare del nostro Paese, potrebbe chiudere i battenti se anche il Senato approverà la manovra prevista nella Legge di Bilancio. Nel frattempo, altri incentivi edilizi mantengono il loro posto, sebbene con aliquote e massimali diversi. Una scelta significativa è l’eliminazione delle caldaie a gas dagli incentivi, in linea con le direttive di sostenibilità ambientale dell’Unione Europea.

Il tramonto del superbonus

Il destino del Superbonus sembra ormai segnato. La nuova regolamentazione, introdotta dal comma 8-bis.2 dell’articolo n.119 del D.L. 34/2020, prevede la cessazione degli incentivi per i nuovi progetti avviati dopo il 15 ottobre 2024. Questo implica che i lavori iniziati oltre tale data non potranno più beneficiare di questa opportunità finanziaria. Tuttavia, restano ammissibili i cantieri aperti in precedenza, conformemente alle disposizioni stabilite.

Per garantire il diritto al Superbonus, vengono considerate le situazioni nelle quali è stata presentata la CILAS per lavori non condominiali, è stata adottata in assemblea la delibera che approva i lavori, oppure è stata presentata un’istanza per ottenere il titolo abitativo in caso di demolizione e ricostruzione.

Inoltre, il nuovo comma 8-sexies prevede per i contribuenti la possibilità di spalmare la detrazione relativa al 2023 su dieci anni, piuttosto che su quattro, offrendo così la chance di evitare eventuali problemi di incapienza fiscale e di massimizzare l’uso dell’incentivo.

Nuovi scenari per gli altri bonus

Guardando oltre il Superbonus, gli altri incentivi nel settore edilizio subiranno alcune modifiche a partire dal 2025. Tra le novità più rilevanti, l’esclusione dal bonus caldaie di tutte quelle alimentate da gas o combustibili fossili, in perfetta armonia con la Direttiva Case Green promossa dall’Unione Europea. Inoltre, per il bonus casa, l’agevolazione standard verrà ridotta al 30%, mantenendo invece intatta quella per il rinnovo degli impianti di emergenza di ultima generazione.

Il celebre Ecobonus continuerà a esistere con una detrazione del 50% per la prima casa e del 36% per la seconda, con queste percentuali che scenderanno rispettivamente al 36% e al 30% nel biennio 2026-2027. Destino analogo toccherà al Sismabonus, con riduzioni anche per interventi che finora beneficiavano di agevolazioni più alte.

Infine, il bonus mobili verrà mantenuto con un’aliquota del 50%, ma con una soglia di spesa fissata a 5.000 euro, limitando di fatto il numero di interventi coperti da tali incentivi.

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Attesa per il futuro degli incentivi

Con l’approssimarsi del termine del Superbonus, l’attenzione si sposta ora sul voto finale atteso tra Natale e Capodanno. Questo momento sarà cruciale non solo per confermare la fine di un incentivo così significativo, ma anche per dettagliare le sorti dei vari bonus edilizi e delle misure incluse nella Legge di Bilancio 2025. Mentre il Superbonus ha lasciato un’impronta decisiva nel settore dell’edilizia, il futuro degli incentivi fiscali sarà diretto da necessità ambientali e logiche di sostenibilità economica.

Gli sviluppi attesi promettono non solo di plasmare la nuova struttura degli incentivi fiscali, ma anche di far riflettere sul ruolo trasformativo di soluzioni innovative nel paesaggio urbanistico italiano. Come reagiranno proprietari e costruttori a questi cambiamenti? E come si adatterà il mercato a queste nuove direttive? La risposta, come spesso accade, sarà evidente solo col passare del tempo e l’evolversi delle politiche governative.